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Destiny

L'abbraccio di Jedediah è caldo, piacevole, consolatorio: la isola dai lamenti che provengono da quella stanza, in cui tutti assieme sono finiti ammassati ormai da giorni. Vi si rifugia senza ritegno, rannicchiandosi ancora di più contro di lui, col capo che si solleva appena a cercare il suo profilo con una guancia.

Ogni volta che chiude gli occhi, la sua immagine è lì: le labbra piene tirate in un sorriso, la voglia bianca a forma di serpente che spicca sulla pelle scura, gli occhi pallidi. Il suono piacevole della sua voce riecheggia nella sua testa e la perseguita, impedendole di dormire. 

Le immagini proiettate da Dorian nella sua mente sono vivide quasi quanto le emozioni che le suscitano. Di fronte a quelle immagini, il cuore sembra scoppiarle di un sentimento - forse sarebbe più corretto dire un istinto - che mai si sarebbe aspettata di poter provare, non lei. Capace di spazzare qualsiasi paura, rimpianto, qualsiasi affezione avesse mai provato in vita sua. 

Ed in quello stesso momento in cui vede la lama trafiggerla, capisce qual è sempre stato il senso, dietro a tutto quel che ha vissuto. La sua personale epifania, in cui tutti i pezzi del puzzle vanno al loro posto ed il disegno si mostra, finalmente, nella sua interezza. 

La conclusione di una vita di Fede cieca, di ubbidienza e sofferenza, di delusioni e solitudine. Il senso, dietro ogni sacrificio

Lo sguardo che ha gettato al Barone quando si è manifestato nella stanza è eloquente: c'è la delusione di chi sa di essere stato usato fino alla fine, in fondo ai suoi occhi pallidi - unici capaci di trasferire qualche emozione nel volto scarnificato di Madame Samedi. Nient'altro che uno strumento, fin dal principio: da quel giorno in cui aveva preso possesso del suo corpo che aveva solo 7 anni, tutte le lusinghe e le tentazioni subite, a cui infine cede, per il bene di sua madre - quella donna dal sorriso gentile, il sorriso di Dorian; la mutazione, le continue richieste, gli abbandoni per seguire uno scopo più alto, la profezia di Papa Legba; le punizioni, i tormenti, i rifiuti. Quella stessa missione suicida in partenza in cui si è gettata, ubbidendo ciecamente.

Ogni cosa ha contribuito a portarla lì, in quel preciso istante della sua vita. Proiettata verso un futuro che sembra già scritto.

Eppure, nonostante quella consapevolezza si faccia solida in lei, non riesce ad odiare lui o ad odiare Dorian. Al contrario.

Non riesce a pensare ad altro che a quel profumo che sa New Orleans, facendosi ancora più piccola nelle braccia di Jed. Le riempe i sensi ed il cuore di un dolore che sa di avere già provato e che nonostante tutto è disposta a provare ancora ed ancora ed ancora. 


"Li salveremo" dice Jed, più e più volte, fin quasi a convincerla.

"Attento a quel che prometti" mormora lei, di risposta.
Perché sa che l'unica cosa a cui non potrebbe sopravvivere ora, è fallire

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